Rassegna Stampa – servizidemografici.com https://www.servizidemografici.com Servizidemografici.com propone notizie, leggi e normative, giurisprudenza, prassi e approfondimenti per Regioni, Province, Comuni e professionisti che si occupano della gestione dello stato civile ed anagrafe Mon, 04 Nov 2024 07:22:35 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.servizidemografici.com/wp-content/uploads/2024/08/cropped-Servizi_demografici_PA.png?w=32 Rassegna Stampa – servizidemografici.com https://www.servizidemografici.com 32 32 235365670 Patente mobile su app IO https://www.servizidemografici.com/patente-mobile-su-app-io/ https://www.servizidemografici.com/patente-mobile-su-app-io/#respond Mon, 04 Nov 2024 07:22:33 +0000 https://www.servizidemografici.com/?p=66194

di Enrico Santi (da Italia Oggi)

Dal 23 ottobre i cittadini che hanno inserito nel portafoglio documenti dell’app IO la propria licenza di guida possono esibire attraverso il telefono agli organi di polizia stradale la patente mobile, versione digitale della patente di guida. Ma in caso di ritiro della patente per violazioni che comportano l’applicazione di sanzioni accessorie deve essere esibita e consegnata la patente cartacea. Lo precisa il Ministero dell’interno con la circolare prot. n. 300/STRAD/1.000003207 9.U2024 del 22 ottobre 2024. L’art. 64-quater del decreto legislativo n. 82 del 7 marzo 2005 (codice dell’amministrazione digitale), introdotto dall’art. 20 del decreto legge n. 19 del2 marzo 2024, ha istituito il portafoglio digitale italiano o Sistema IT Wallet. Nelle more della piena funzionalità del Sistema, in una prima fase di applicazione potranno essere inserite il punto di accesso telematico ai servizi della Pubblica Amministrazione le versione digitali della patente di guida, della tessera sanitaria e la tessera europea di assicurazione di malattia (TS/TEAM). Dal 23 ottobre 50.000 cittadini possono già chiedere la versione digitale della propria patente di guida attraverso l’inserimento della stessa nel portafoglio dell’app IO. L’attivazione della funzionalità sarà progressivamente estesaa tutti i titolari di patente entro l’anno. In ogni caso, l’esibizione della patente mobile non esime gli organi di polizia stradale dall’esecuzione di verifiche sull’esistenza e sulla validità della licenza di guida, anche attraverso la consultazione dell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 1° novembre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/patente-mobile-su-app-io/feed/ 0 66194
Fondi per lo stato civile digitale https://www.servizidemografici.com/fondi-per-lo-stato-civile-digitale/ https://www.servizidemografici.com/fondi-per-lo-stato-civile-digitale/#respond Fri, 25 Oct 2024 08:40:46 +0000 https://www.servizidemografici.com/?p=66088

di Massimiliano Finali (da Italia Oggi)

Ammonta a oltre 49 milioni di euro lo stanziamento messo a disposizione dal Dipartimento per la trasformazione digitale guidato dal sottosegretario Alessio Butti. L’avviso attua la misura 1.4.4 “Estensione dell’utilizzo dell’anagrafe nazionale digitale (anpr) – Adesione allo stato civile digitale (ansc)” del piano nazionale di ripresa e resilienza. Il bando sarà aperto fino ad esaurimento delle risorse disponibili e comunque non oltre il 24 novembre 2024. I soggetti attuatori devono presentare domanda di ammissione al finanziamento esclusivamente in modalità telematica tramite il sito della Pubblica Amministrazione digitale 2026 accessibile all’indirizzo https://padigitale2026.gov.it/.
Beneficiari i Comuni
Sono invitati a presentare proposte esclusivamente i comuni. Il singolo Ente locale può presentare una sola domanda. Non sono ammissibili le eventuali proposte di soggetti attuatori già ammessi al finanziamento a valere sul fondo complementare del Pnrr. Le attività di cui al finanziamento richiesto con il progetto possono risultare avviate a decorrere dal 1° gennaio 2024. Il progetto presentato non può essere finanziato da altri fondi pubblici, nazionali, regionali o europei.
Gli obiettivi del bando
Il contributo mira al miglioramento dei processi di erogazione dei servizi di e-government, con particolare riferimento all’estensione delle funzionalità di Anpr con l’Ansc, nonché all’incremento dello sviluppo delle competenze digitali degli operatori comunali, con particolare riferimento agli ufficiali di stato civile, e all’aumento del numero di amministrazioni pubbliche che implementano efficacemente processi di riorganizzazione e di razionalizzazione delle proprie strutture di gestione dei servizi strumentali e di adozione di sistemi di gestione orientati alla qualità, con particolare riferimento all’estensione delle funzionalità di Anpr con Ansc. Inoltre, mira alla diffusione dei servizi digitali e rafforzamento della comunicazione a distanza fra Pubblica Amministrazione e cittadino, alla riduzione dei divari territoriali all’interno del paese, alla semplificazione e dematerializzazione delle procedure di richiesta di rilascio di certificati dello stato civile e di tutti gli adempimenti previsti in materia di iscrizione, trascrizione e annotazione degli atti nei registri dello stato civile, nonché di comunicazione degli atti stessi.
Contributo a fondo perduto parametrato alla dimensione dell’Ente
L’importo del contributo, in forma forfettaria, sarà riconosciuto al Comune solo a seguito del conseguimento del risultato atteso, ovvero quando il comune avrà provveduto all’adesione dei servizi resi disponibile da Anpr per l’utilizzo di Ansc. Le attività per il raggiungimento degli obiettivi dell’avviso, ossia l’adesione ai servizi resi disponibili da Anpr per l’utilizzo di Ansc, possono essere svolte dai Comuni tramite il supporto di un partner o intermediario tecnologico già contrattualizzato per aggiornamento dei gestionali comunali.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 25 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/fondi-per-lo-stato-civile-digitale/feed/ 0 66088
Accoglienza ai migranti, nuovi fondi in Campania https://www.servizidemografici.com/accoglienza-ai-migranti-nuovi-fondi-in-campania/ https://www.servizidemografici.com/accoglienza-ai-migranti-nuovi-fondi-in-campania/#respond Thu, 24 Oct 2024 08:30:04 +0000 https://www.servizidemografici.com/?p=66072

di Massimiliano Finali (da Italia Oggi)

La regione Campania ha approvato l’avviso di manifestazione di interesse finalizzata all’individuazione di soggetti del terzo settore per la realizzazione e gestione di interventi rivolti ai cittadini dei paesi terzi, regolarmente soggiornanti, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo presenti sul territorio campano. L’avviso, denominato “su.pr.eme 2”, mette a disposizione risorse provenienti dal fondo Fami con lo scopo di favorire la prevenzione, il contrasto e l’emersione dalle situazioni di grave sfruttamento lavorativo nell’ambito dei diversi settori produttivi, che vedono coinvolti cittadini e cittadine di Paesi terzi regolarmente soggiornanti nel territorio regionale. Tali attività dovranno realizzare un ecosistema locale all’interno del quale i destinatari potranno trovare risposte qualificate ai loro bisogni e sostegno ai percorsi di autonomia grazie a staff multidisciplinari composti da operatori sociali e legali, mediatori linguistico-culturali, educatori e formatori. Sono ammessi a partecipare al bando, presentando proposte progettuali a valere quale manifestazione di interesse alla co-progettazione, gli enti del terzo settore. I poli sociali dovranno assolvere il compito di sperimentare e attuare servizi e/o dispositivi che facilitino l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, prevedere dispositivi e personale di mediazione di sistema che sia di supporto non solo alle/i cittadine/i di paesi terzi, ma anche alla rete dei servizi pubblici alla quale questi ultimi si rivolgono quali uffici anagrafe e servizi sociali dei comuni, nonché servizi e presidi sanitari.
Per la co-progettazione, l’organizzazione e la gestione condivisa degli interventi e dei servizi, il bando mette a disposizione risorse complessive per oltre 8 milioni di euro. La scadenza del bando è fissata al 31 ottobre 2024.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 24 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/accoglienza-ai-migranti-nuovi-fondi-in-campania/feed/ 0 66072
La P.A. cerca equilibrio per il lavoro da remoto, anche nel contratto https://www.servizidemografici.com/la-p-a-cerca-equilibrio-per-il-lavoro-da-remoto-anche-nel-contratto/ https://www.servizidemografici.com/la-p-a-cerca-equilibrio-per-il-lavoro-da-remoto-anche-nel-contratto/#respond Wed, 23 Oct 2024 08:06:55 +0000 https://www.servizidemografici.com/?p=66047

di Gianni Trovati (da Il Sole 24 Ore)

Anche nella Pubblica Amministrazione lo smart working ha cambiato pelle tre volte nel rapido giro di pochi anni. Prima del Covid era quasi una bizzarria da raccontare ai convegni, limitata a un 3,6% di enti pubblici con inclinazioni più innovative; con il virus è diventata una necessità impellente da sviluppare spesso alla bell’e meglio, e poi si è solidificato nel ruolo di compagno abituale dell’organizzazione e dei negoziati sui contratti nazionali e integrativi. In questa nuova forma, destinata ad accompagnare a lungo le amministrazioni, il lavoro agile finisce per creare più di una diseguaglianza fra dipendenti pubblici: perché la possibilità di utilizzarlo in modo davvero smart, per conciliare meglio tempi di vita e di lavoro e magari per incrociare meglio le esigenze dei nuovi dipendenti che sono ossigeno per una P.A. in rapido invecchiamento, dipende non solo dal settore di attività, ma anche dalle dimensioni dell’ente e spesso dalla sua collocazione geografica.
In sintesi: chi lavora in una grande amministrazione statale o territoriale, con sede al Centro o al Nord, ha molte più chance rispetto a un dipendente di un Comune del Mezzogiorno. Non solo: l’ansia classificatoria tipica di un mondo pubblico che vive immerso in norme e regolamenti aiuta a inquadrare i termini di un problema non banale. Perché nella P.A. esistono, ufficialmente etichettate nei contratti, due forme di lavoro a distanza: lo smart working vero e proprio, che non prevede vincoli formalizzati di orario e controllo e si misura in base ai risultati prodotti, e il telelavoro, che invece trasferisce a casa obblighi e verifiche tipiche della scrivania in ufficio. A prevalere è il secondo: perché molti enti pubblici non sono ancora in grado di fissare obiettivi misurabili per i propri dipendenti. Le disuguaglianze di fondo, comunque, sono nei numeri di utilizzo delle varie modalità di lavoro agile. E i censimenti parlano chiaro. L’ultimo lo ha riportato il Cnel pochi giorni fa, nella sua relazione 2024 sulla qualità dei servizi pubblici. In università, ministeri, giunte e consigli regionali, province e città metropolitane più del 90% degli enti prevedono lo smart working, ormai sempre nella modalità mista che alterna presenza in ufficio e distanza, mentre nei Comuni si passa dall’87,1% dei grandi, quelli sopra i 20mila abitanti, al 30,4% dei piccoli, quelli in cui i residenti sono meno di 5mila. Ma contemplare lo smart working non basta, perché poi bisogna mettere i dipendenti nelle condizioni di utilizzarlo. E qui le percentuali cambiano in modo ancora più evidente. Tolta la sanità, dove l’ovvia difficoltà di curare a distanza i ricoverati riduce l’utilizzo del lavoro agile a un 8,2% del personale, essenzialmente amministrativo, negli altri enti la quota di dipendenti che effettivamente lavora qualche giorno fuori ufficio passa dal 14% dei piccoli Comuni al 75% dei ministeri e delle altre amministrazioni dello Stato, attestandosi intorno a un 50% medio in università, regioni ed enti pubblici come Inps o Inail. Anche qui la spiegazione è non è complicata da trovare. Chi offre servizi direttamente ai cittadini ha più difficoltà a lavorare a distanza rispetto a chi gestisce pratiche interne all’amministrazione, e negli enti più piccoli anche dotare i dipendenti di un Pc e di un canale sicuro per la gestione dei dati non è affar semplice. In questa varietà, è cambiato molto anche l’atteggiamento politico nei confronti del lavoro agile. Il ministro per la Pa che ne ha gestito l’esplosione pandemica, Renato Brunetta, ha provato a chiudere in fretta la parentesi emergenziale per limitare la perdita di produttività, spesso molto pesante, determinata nelle amministrazioni da uno smart working nato per contenere un virus e non per innovare l’organizzazione. Il suo successore, l’attuale ministro Paolo Zangrillo, ha dovuto prendere atto del fatto che il lavoro a distanza è ormai un compagno irrinunciabile di qualsiasi unità collettiva, e prova a sfruttarne i vantaggi: il criterio della “prevalenza”, che imponendo un numero maggiore di giorni in ufficio rispetto a quelli lavorati a distanza ha generato un’infinità di parametri di calcolo più o meno cervellotici, è stato archiviato in fretta, e gli ultimi rinnovi contrattuali propongono il lavoro da remoto anche come strumento da riservare ai neoassunti nel tentativo di non farli fuggire subito nel privato.

* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Oredel 23 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/la-p-a-cerca-equilibrio-per-il-lavoro-da-remoto-anche-nel-contratto/feed/ 0 66047
Pensione, premiato chi rinvia https://www.servizidemografici.com/pensione-premiato-chi-rinvia/ https://www.servizidemografici.com/pensione-premiato-chi-rinvia/#respond Thu, 17 Oct 2024 08:37:15 +0000 https://www.servizidemografici.com/?p=65970

di Daniele Cirioli (da Italia Oggi)

Bonus doppio a chi rinvia la pensione. L’attuale incentivo alla permanenza al lavoro, c.d. bonus Maroni, infatti, verrà potenziato sul versante fiscale. È quanto annuncia il governo al termine del consiglio dei ministri di martedì, che ha approvato un decreto-legge per introdurre misure urgenti in materia economicae fiscalee in favore degli enti territoriali e il ddl sulla Manovra di bilancio per il 2025. Saranno confermate, inoltre, tutte le misure di prepensionamento vigenti (opzione donna, ape sociale, quota 103), mentre sul versante pensionati ci potrebbe essere il ritorno ai criteri ordinari della rivalutazione degli assegni pensionistici. Tra le altre misure, a favore della famiglia sarà previsto un ulteriore mese (il terzo) di congedo parentale retribuito all’80%, un bonus di mille euro ai nuovi nati nel 2025 e il rafforzamento del bonus asili nido. Infine, sarà reso strutturale e ampliato (fino a 40 mila euro) l’incentivo del cuneo.
Il bonus per chi resta a lavoro. Introdotto dalla legge bilancio 2023, l’incentivo al posticipo del pensionamento è previsto per chi, lavoratore dipendente, avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata flessibile (c.d. quota 103), scelga di non pensionarsi e di proseguire l’attività lavorativa. L’incentivo consiste nella possibilità di rinunciare all’accredito contributivo per la pensione e ottenere l’importo in busta paga. Le somme così corrisposte sono imponibili ai fini fiscali, ma non ai fini contributivi. In Manovra 2025 ci sarà il potenziamento dell’incentivo, agendo proprio sul versante fiscale. Vale la pena ricordare, al riguardo, che la versione originaria del c.d. bonus Maroni (siamo nel 2004) prevedeva che i contributi destinati alla pensione (allora la misura era 32,7%, oggiè al 33%) finissero in busta paga in regime di esenzione fiscale (il bonus è scaduto nel 2007, con 104.031 domande delle quali 96.564 accolte).
Pensionarsi nel 2025. Nessuna novità sui pre-pensionamenti. La Manovra del 2025 confermerà le vigenti vie d’uscita anticipate, rispettoa quelle ordinarie della pensione di vecchiaia (a 67 anni d’età con 20 di contributi) e di quella anticipata (poco meno di 43 anni di lavoro): opzione donna, riservata alle lavoratrici con 61 anni d’età compiuti entro il 31 dicembre 2024; Ape sociale, a 63 anni e 5 mesi l’età; quota 103. Potranno far ricorso a opzione donna, nel 2025, le lavoratrici caregiver o con invalidità di grado non inferiore al 74% oppure licenziate o dipendenti da aziende in crisi, se al 31 dicembre 2024 hanno maturato almeno 35 anni di contributi e un’età non inferiore a 61 anni, ridotta a 59 anni a quelle licenziate o dipendenti da aziende in crisi o con almeno due figli, a 60 anni a quelle con un figlio. Uniche conseguenze ci sono sul calcolo e sulla decorrenza della pensione: il calcolo tutto con la regola contributiva; la decorrenza dopo una «finestra» di 12 mesi alle lavoratrici dipendenti e 18 mesi a quelle autonome.
Riguardo all’Ape sociale, confermata per l’anno 2025, viene incrementato di 20 milioni di euro per l’anno 2025, 30 milioni di euro per l’anno 2026, 50 milioni di euro per l’anno 2027 e di 10 milioni di euro per l’anno 2028, la relativa autorizzazione di spesa. Infine quota 103: consente di mettersi a riposo con almeno 62 anni d’età e un’anzianità di contributi di almeno 41 anni («62 + 41 = 103»). Chi ne fruirà nel 2025, finché non matura i requisiti per la pensione ordinaria (67 anni, nel caso di pensione di vecchiaia), riceverà una pensione non superiore a 4 volte il minimo Inps. Operano le finestre, per cui la decorrenza della pensione è ritardata rispetto al momento di maturazione del diritto: 7 mesi per i lavoratori del privato; 9 mesi per i dipendenti pubblici. Il cuneo diventa strutturale. L’incentivo ha fatto esordio nell’anno 2022. Fu introdottoe riconosciuto in due misure: 0,8% durante tutto il primo semestre e 2% durante il secondo semestre, con un unico limite di retribuzione lorda: 2.692 euro mensili, cioè 35.000 annui. Per l’anno scorso 2023, la legge di bilancio ha fissato due misure e due limiti di retribuzione: 3% se la retribuzione non supera 1.923 euro mensili (cioè 25.000 euro annui); 2% se supera 1.923 ma non 2.692 euro (cioè 35mila euro annui). Poi il decreto legge n. 48/2023 ha elevato la misura, stabilendo un incremento di 4 punti percentuali senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, dal 1° luglio al 31 dicembre 2023. La Manovra 2024 ha prorogato la misura per tutto l’anno corrente, con le stesse misure e stessi limiti di retribuzione: 7 per cento se la retribuzione non supera l’importo mensile di 1.923 euro; 6 per cento se è superiore, ma non a 2.692 euro. Le misure dovrebbero essere confermate dalla Manovra 2025, che rende strutturale l’incentivo e lo amplia fino a redditi di 40 mila euro. Potrebbe esserci un doppio canale: le vigenti misure per reddito fino a 20 mila euro e un sistema a décalage, che riduce progressivamente lo sconto, per redditi superiori fino a 40 mila euro.
Supporto alle famiglie. La Manovra 2025 introdurrà una «Carta per i nuovi nati», che riconosce 1.000 euro ai genitori dell’anno 2025 in possesso di un Isee fino a 40 mila euro. La Manovra, inoltre, rafforza il c.d. bonus asili nido, finalizzato proprio a supportare la frequenza degli asili nido, con la novità dell’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale dal computo dell’Isee. Infine, tra le misure a carattere sociale, la Manovra prevede il rifinanziamento per l’anno 2025 della carta «Dedicata a te», nella misura di 500 milioni di euro. Congedo parentale all’80%. La Manovra 2025 introdurrà un ulteriore mese (il terzo) di congedo parentale indennizzabile all’80% della retribuzione. La novità, dunque, migliorerà il trattamento economico spettante a chi, lavoratore dipendente, fruisca di congedo parentale, cioè l’ex astensione facoltativa: diritto di assentarsi dal lavoro, riconosciuto alla mamma dopo il congedo di maternità e al papà dalla nascita del figlio o dopo l’eventuale congedo di paternità alternativo. Il congedo parentale spetta finché il figlio compie 12 anni, in base a durate e modalità prestabilite per legge. Stessa tutela in caso di adozioni e gli affidamenti. Tutti gli 11 mesi sono indennizzati al 30% della retribuzione: 9 mesi senza condizioni, 2 mesi se il reddito individuale del genitore che fruisce del congedo non arriva a 2,5 volte il minimo Inps.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 17 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/pensione-premiato-chi-rinvia/feed/ 0 65970
Funzionari meno responsabili https://www.servizidemografici.com/funzionari-meno-responsabili/ https://www.servizidemografici.com/funzionari-meno-responsabili/#respond Wed, 02 Oct 2024 08:02:00 +0000 https://www.servizidemografici.com/?p=65438

di Fabrizio G. Poggiani (da Italia Oggi)

Con la riforma dello Statuto dei diritti dei contribuenti spunta la novità relativa alla limitazione della responsabilità dei funzionari della Pubblica Amministrazione alle sole ipotesi di dolo, nell’ambito dell’istituto dell’autotutela. E, in tema di annullabilità, nullità e irregolarità degli atti impositivi, le disposizioni fanno espressamente salvi quelli che risultano privi di elementi essenziali, sempre che, i detti elementi, non costituiscano un vizio di annullabilità. Così Assonime (Associazione fra le società italiane per azioni) che, con la circolare 30/09/2024 n. 18 è intervenuta sulle modifiche introdotte dal legislatore, con il d.lgs. 219/2023, alla legge 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente). La revisione attuata dal provvedimento citato, entrato in vigore lo scorso 18 gennaio, alla legge 212/2000 ha la finalità di rafforzare alcuni istituti, già presenti all’interno, ma anche di introdurre alcuni nuovi istituti, come l’autotutela obbligatoria e il contraddittorio endoprocedimentale, al fine di rafforzare i principi del legittimo affidamento e della certezza del diritto. La prima importante modifica, ai sensi del novellato art. 1 della legge 212/2000, concerne la qualificazione dello Statuto che non rappresenta più esclusivamente un insieme di principi generali dell’ordinamento tributario ma anche una enunciazione dei criteri di interpretazione della legislazione fiscale, anche nel rispetto degli indirizzi comunitari. Il comma 4-bis dell’art.2 dello Statuto dispone che le norme tributarie impositive, che recano la disciplina del presupposto tributario e dei soggetti passivi, si rendono applicabili esclusivamente ai casi e ai tempi in esse considerati; si tenta, quindi, di codificare il divieto di applicazione analogica delle disposizioni tributarie contenenti la disciplina dei soggetti passivi e del presupposto impositivo mentre il principio di irretroattività delle norme tributarie viene rinforzato con la modifica dell’art. 3, secondo il quale le presunzioni legali non si applicano retroattivamente. La circolare commenta la previsione, di cui all’art. 6-bis della legge 212/2000, con la quale si attua la generalizzazione del contradditorio endoprocedimentale, con riferimento a tutti gli atti impugnabili; le disposizioni appena richiamate, di cui all’art. 6-bis, raccolgono le indicazioni della Consulta e si allineano al diritto comunitario e agli standard di tutela internazionale, a pena di annullabilità dell’atto, ai sensi del nuovo art. 7-bis del medesimo Statuto. Una ulteriore novità è rappresentata, sempre in tema di obbligatorietà del contraddittorio preventivo, dalle modalità operative, per le quali, ai sensi del successivo comma 3, l’Amministrazione finanziaria deve inviare al contribuente, con modalità idonee alla conoscibilità, lo schema di atto autonomamente impugnabile, assegnando un termine, non inferiore a sessanta giorni, per consentire la presentazione di controdeduzioni o per estrarre copie di atti e documenti dal fascicolo. L’art. 7 interviene sulla necessaria chiarezza e motivazione degli atti mentre i successivi e nuovi articoli 7-bis, 7-ter e 7-quater intervengono sulla annullabilità, nullità e irregolarità degli atti, ancorché le disposizioni di quest’ultimo articolo faccia espressamente salvi gli atti impositivi che risultino privi di elementi e informazioni essenziali, sempre che gli stessi non costituiscano un vizio di annullabilità; sul punto permane l’incertezza sull’aggravio delle spese processuali e sul differimento dei termini per impugnare l’atto, stante il fatto che i detti atti producono i loro effetti. Dopo aver trattato la tutela dell’integrità patrimoniale del contribuente, ai sensi del successivo art. 8, la circolare analizza il nuovo art. 9-bis in tema di ne bis in idem nel procedimento tributario che rappresenta un principio di civiltà giuridica con la quale si dispone che il contribuente ha diritto a che l’Amministrazione finanziaria eserciti l’azione accertativa relativamente a ciascun tributo, una sola volta per ogni periodo d’imposta, e il nuovo art. 10-ter in tema di proporzionalità nel procedimento tributario. Infine, è analizzata la nuova disciplina dell’autotutela (articoli 10-quater e 10-quinquies della legge 212/2000), prendendo atto degli annunciati punti di forza del novellato istituto: l’estensione del potere di annullamento degli atti viziati, anche se definitivi, l’impugnabilità del diniego o del silenzio sull’istanza di annullamento e la limitazione alle sole ipotesi di dolo della responsabilità dei funzionari.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggidel 2 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/funzionari-meno-responsabili/feed/ 0 65438
Minori, un fondo per i Comuni https://www.servizidemografici.com/minori-un-fondo-per-i-comuni/ https://www.servizidemografici.com/minori-un-fondo-per-i-comuni/#respond Fri, 27 Sep 2024 08:41:29 +0000 https://www.servizidemografici.com/minori-un-fondo-per-i-comuni/
di Francesco Cerisano (da Italia Oggi)

Arriva un fondo ad hoc per finanziare i Comuni (soprattutto i più piccoli) che rischiano il default a causa dell’affidamento di minori stranieri da parte del tribunale. Il governo dovrebbe mettere sul piatto 70 milioni nella prossima legge di bilancio, ponendo così fine a un problema che negli anni ha portato molti mini-enti alle soglie del dissesto per i debiti fuori bilancio generati da questi extra costi. I piccoli comuni infatti hanno bilanci talmente esigui da essere facilmente messi in difficoltà quando sono chiamati ad accogliere in comunità di tipo familiare o in istituti di assistenza minori non accompagnati.
E’ quanto è emerso dall’incontro tra il numero uno del Mef Giancarlo Giorgetti ei vertici di ANCI (con il presidente Roberto Pella, il presidente Ifel Alessandro Canelli, il segretario generale Veronica Nicotra e il responsabile finanza locale Andrea Ferri) e di UPI (con il presidente della provincia di Treviso Stefano Marcon e della provincia di Lucca, Luca Menesini) a cui il governo ha illustrato il Piano strutturale di bilancio di medio periodo (Psb) che detterà le indicazioni per la prossima Manovra. Tenendo fede alla promessa fatta proprio da Giorgetti nell’incontro del 31 luglio, la scure della spending review non si abbatterà sugli enti locali, almeno nelle forme in cui l’anno scorso ha tagliato 250 milioni a comuni ed enti di area vasta. Ma un contributo alla finanza pubblica da parte del comparto, per far fronte alle nuove regole Ue, ci dovrà essere. E alla fine potrebbe prendere forma come accantonamento per investimenti. Giorgetti ha riconosciuto lo sforzo compiuto in questi anni dal comparto enti locali e il ruolo dei sindaci a cominciare dalle politiche di welfare sul territorio. E proprio in quest’ottica il governo ha deciso di corroborare la spesa sociale dei comuni con uno stanziamento ad hoc per far fronte alla gestione dei minori.
Dl omnibus Intanto ieri le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato due emendamenti al dl omnibus con misure per gli enti locali. E’ stata approvata all’unanimità una proposta che mira a ridurre i tempi per l’immissione in servizio di nuovi segretari comunali per superare la cronica carenza di iscritti nella fascia iniziale di accesso in carriera. Approvato anche un secondo emendamento che consente la possibilità di assumere tecnici per rafforzare le capacità amministrativa dei comuni per le spese legate al Pnrr. A entrambi gli emendamenti ha lavorato il sottosegretario al Mef Sandra Savino.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 27 settembre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/minori-un-fondo-per-i-comuni/feed/ 0 65582
Cambiano le carriere nella PA, dirigenti anche senza concorso https://www.servizidemografici.com/cambiano-le-carriere-nella-pa-dirigenti-anche-senza-concorso/ https://www.servizidemografici.com/cambiano-le-carriere-nella-pa-dirigenti-anche-senza-concorso/#respond Mon, 23 Sep 2024 08:13:15 +0000 https://www.servizidemografici.com/cambiano-le-carriere-nella-pa-dirigenti-anche-senza-concorso/
di Gianni Trovati (da Il Sole 24 Ore)

Il modello più vicino dello scambio fra riforme e aiuti al bilancio alla base della nuova governance economica Ue è il Pnrr. E come nel Pnrr, il capitolo della Pubblica Amministrazione avrà un ruolo centrale nelle nuove proposte di riforma. I filoni principali su cui si lavora sono due: il ripensamento delle carriere, con la possibilità di attribuire una quota di posti dirigenziali sulla base della valutazione professionale e personale del candidato e non attraverso il classico meccanismo del concorso, e un nuovo sforzo nel rafforzamento delle competenze tecnologiche e digitali della PA con percorsi di carriera dedicati a queste figure e con una spinta ulteriore alla formazione interna. Temi che saranno dettagliati nel testo del documento, prima di essere disciplinati in un disegno di legge governativo già in lavorazione.
La questione che domina ora l’agenda del ministro per la PA Paolo Zangrillo sono le carriere, per diversi motivi. La messa a regime dei concorsi semplificati in contemporanea con la ripresa spinta del reclutamento ha moltiplicato i candidati alle selezioni pubbliche, che hanno raggiunto i due milioni nei primi otto mesi dell’anno (vedi il Sole 24 Ore dell’11 settembre). Ma la super partecipazione ai bandi rischia di essere azzoppata nei suoi risultati finali dal fenomeno delle rinunce, che si intensifica fra i profili più elevati sul piano delle competenze tecniche e professionali, e quindi più appetibili anche dal mercato del lavoro privato. Nell’analisi della Funzione pubblica una quota non marginale delle cause di scarso appeal della PS per queste persone è da ricercare in un sistema di carriere ingessato e ancora troppo legato all’anzianità. Ma Zangrillo nei mesi scorsi ha tenuto a sottolineare una disfunzione ancora più diretta, prodotta dalle strade dirigenziali scandite dalla leva dei concorsi: «Se per fare carriera devo sempre e solo passare un concorso- ha detto in più occasioni- sono incentivato a studiare più che a raggiungere gli obiettivi» che l’amministrazione si dà. Di qui l’idea di affiancare al concorso un altro sistema di avanzamento professionale peri dipendenti pubblici. Il meccanismo è delicato, e deve farei conti con l’esigenza di prevenire possibili obiezioni costituzionali. Perché «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso», recita l’articolo 97, e nell’interpretazione consolidata lo stesso passaggio è obbligato anche per entrare nei ruoli dirigenziali, considerati un livello separato dal resto del pubblico impiego. Ma l’obbligo di concorso, aggiunge lo stesso articolo, può trovare eccezione «nei casi stabiliti dalla legge»; ed esempi di carriera senza concorso non mancano già nella PA attuale. Basta guardare a prefetti, diplomatici o ai vertici dei penitenziari: lì il concorso serve ad accedere alla «carriera», che poi si sviluppa sulla base di valutazioni individuali. L’ambizione è di estendere quel modello, nei limiti e coni meccanismi che saranno dettagliati in un disegno di legge a cui a Palazzo Vidoni lavorano da tempo. L’impostazione a cui dar corpo è quella delineata dallo stesso Zangrillo nel suo tentativo di modificare i sistemi di valutazione dei dirigenti; a partire dalla direttiva del 30 novembre 2023 in cui si punta sulla valutazione diffusa, che coinvolge pari grado, dipendenti e utenti, per superare la classica impostazione verticale e si chiede di mettere sotto esame capacità “immateriali” come quella di valorizzare le attitudini del personale, incentivarne la produttività e garantire il benessere organizzativo: tutti temi cruciali nella pratica, ma marginali nei concorsi che non riescono ad abbandonare l’attenzione prioritaria alla conoscenza di norme e regolamenti. Il percorso, si diceva, non è semplice né breve. Ma è giudicato cruciale anche per rendere la prospettiva dell’ufficio pubblico più seducente anche agli occhi di chi non avrebbe problemi a trovare spazio nel privato, in una concorrenza resa particolarmente evidente dai dati brillanti dell’occupazione di questi mesi. Il tema si pone in modo particolare per le competenze digitali essenziali negli uffici di oggi e ancora più indispensabili in quelli di domani: e proprio per queste professionalità dovrebbero farsi largo percorsi di carriera (e di retribuzione) più vivaci, sulla falsariga di quel che si sta tentando ora, ma con più di una resistenza, con la nuova area delle «elevate qualificazioni».

* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Oredel 22 settembre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/cambiano-le-carriere-nella-pa-dirigenti-anche-senza-concorso/feed/ 0 65570
Identità digitale, fondi dall’UE https://www.servizidemografici.com/identita-digitale-fondi-dallue/ https://www.servizidemografici.com/identita-digitale-fondi-dallue/#respond Fri, 20 Sep 2024 08:15:04 +0000 https://www.servizidemografici.com/identita-digitale-fondi-dallue/
di Massimiliano Finali (da Italia Oggi)

Implementare il sistema di identità digitale a livello europeo è l’obiettivo di un nuovo invito a presentare proposte per cui la Commissione europea stanzia 20 milioni di euro. Il bando, emanato nell’ambito del programma europeo “Digital”, è rivolto a tutti gli enti pubblici, inclusi gli enti locali italiani. Il progetto deve essere presentato in aggregazione da almeno tre soggetti ammissibili provenienti da almeno tre stati europei, Italia inclusa. La scadenza per la presentazione delle proposte, attraverso il portale unico europeo dei finanziamenti e delle gare, è fissata al5 novembre 2024.
Progetti per promuovere i servizi digitali. L’azione mira a sostenere l’implementazione dell’ecosistema europeo di identità e fiducia digitale e a gestire la transizione tra i quadri attuali e futuri che integrano o sostituiscono l’attuale infrastruttura di servizi digitali con il quadro del portafoglio di identità digitale europea. A tal fine, i partecipanti all’ecosistema europeo dell’identità digitale potranno fare affidamento su una serie di specifiche e strumenti a sostegno dell’attuazione del portafoglio, di altri mezzi di identità e di servizi fiduciari. In particolare, le infrastrutture fanno riferimento all’ecosistema europeo dei servizi di trust che consente ad aziende, cittadini e amministrazioni di validare i fornitori di servizi fiduciari qualificati europei supportando la governance del sistema normativo “eidas”, la componente “eid” che garantisce l’interoperabilità giuridica, organizzativa, semantica e tecnica per operazioni digitali accessibili e sicure che richiedono il riconoscimento dell’identità transfrontaliera, nonché quadri futuri che la integrano o la sostituiscono, oltre che l’ulteriore miglioramento del portafoglio di identità digitale europeo che copre le specifiche, l’implementazione di riferimento (software)ei componenti centrali potenzialmente necessari gestiti dalla commissione.
Altre infrastrutture di interesse riguardano “edelivery” come soluzione basata su standard per lo scambio di dati sicuro e crittograficamente protetto su internet, che è alla base di gran parte dello scambio di dati tra gli stati membri e la commissione, la firma elettronica che mantiene l’approccio basato su standard per una comunicazione di intenti sicura e crittograficamente protetta nelle transazioni digitali. La libreria per la firma elettronica viene riutilizzata da molteplici servizi fiduciari europei sfruttando le opportunità create dal regolamento “eidas”.
Infine, altra infrastruttura di interesseè “earchiving” che preservai dati in modo aperto, interoperabile e sostenibile. Oltre a supportare le azioni del precedente programma di lavoro, durante questo nuovo periodo “earchiving” rivedrà anche i propri standard con le parti interessate, creerà nuove specifiche in seguito allo sviluppo di spazi dati comuni, svilupperà il curriculum delle competenze di conservazione digitale per supportare lo sviluppo delle capacità, istituirà un approccio trasversale alla rete transfrontaliera europea di esperti in conservazione digitale e implementerà e promuoverà la nuova iniziativa di certificazione. Durata di 24 mesi Il bando finanzia progetti della durata di 24 mesi, a partire dalla firma dell’accordo di finanziamento. Il contributo copre le spese ammissibili in percentuali variabili tra il 50% e il 100%.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 20 settembre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/identita-digitale-fondi-dallue/feed/ 0 65567
Le ferie vanno fruite entro l’anno https://www.servizidemografici.com/le-ferie-vanno-fruite-entro-lanno/ https://www.servizidemografici.com/le-ferie-vanno-fruite-entro-lanno/#respond Fri, 13 Sep 2024 08:22:53 +0000 https://www.servizidemografici.com/le-ferie-vanno-fruite-entro-lanno/
di Luigi Oliveri (da Italia Oggi Sette)

Tutto il plafond delle ferie annuali deve essere programmato e fruito entro l’anno di riferimento. La bozza di nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni Locali discussa mercoledì scorso tra Aran e sindacati cerca di porre rimedio al problema del cumulo dei giorni di ferie, che espone non di rado le pubbliche amministrazioni al rischio di dover pagare rilevanti somme, per monetizzare le ferie non fruite, connesso alle molte sentenze di condanna in sede civile. Da un lato, il datore di lavoro ha il compito di rendere espliciti quali sono i periodi nei quali i carichi di lavoro ed organizzativi consentono ai dipendenti di assentarsi dal servizio o, se più semplice, quando è richiesta la presenza necessaria. La nuova norma del Contratto collettivo nazionale di lavoro prevede, conseguentemente, che il datore “pianifica entro il mese di febbraio di ciascun anno le ferie dei dipendenti al fine di garantire la fruizione delle stesse nei termini previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti. Quindi, a fronte dell’onere del datore di lavoro di rendere disponibile la programmazione organizzativa, indirettamente e tacitamente emerge il dovere del dipendente di indicare nella programmazione i periodi nei quali prevede di andare in ferie, anche per scongiurare i rischi di collocazione in ferie in soli certi periodi, a danno dell’efficienza, e dall’altro, per controllare la completa fruizione delle ferie. Infatti, la nuova norma contrattuale prevede espressamente che l’amministrazione monitori nel corso dell’anno “l’effettiva fruizione delle ferie programmate”. Dal che dipende anche la possibilità di “diffidare” il dipendente renitente. Qualora scattino indifferibili esigenze di servizio o motivate esigenze di carattere personale, tali da non permettere la fruizione delle ferie programmate, esse “dovranno essere riprogrammate nei sei mesi successivi all’anno di maturazione”: dunque, il dipendente dovrà fruire, a pena di estinzione, delle ferie non godute l’anno precedente entro il mese di giugno di quello successivo. Allo scopo, il datore anche in questo caso “dovrà assicurarsi che il lavoratore ne fruisca” ed allo scopo ha sempre l’onere di “invitandolo formalmente a farlo nel rispetto dei termini previsti”.

* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 13 settembre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

]]>
https://www.servizidemografici.com/le-ferie-vanno-fruite-entro-lanno/feed/ 0 65555