Polizia Locale https://www.polizialocale.com Il portale per la pratica e l'aggiornamento professionale Mon, 04 Nov 2024 11:09:13 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.polizialocale.com/wp-content/uploads/2023/07/cropped-Polizia_locale_PA.png?w=32 Polizia Locale https://www.polizialocale.com 32 32 214182744 Controlli sull’autotrasporto: nuove disposizioni per la raccolta delle infrazioni nel trasporto su strada https://www.polizialocale.com/controlli-sullautotrasporto-nuove-disposizioni-per-la-raccolta-delle-infrazioni-nel-trasporto-su-strada/ https://www.polizialocale.com/controlli-sullautotrasporto-nuove-disposizioni-per-la-raccolta-delle-infrazioni-nel-trasporto-su-strada/#respond Mon, 04 Nov 2024 09:27:19 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37753

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 257 del 2 novembre 2024 è stato pubblicato il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti 25 settembre 2024  recante “Disposizioni circa le modalita’ di raccolta da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle infrazioni di cui all’allegato III del decreto legislativo n. 144/2008 rilevate dagli organi di polizia stradale di cui all’articolo 12 del codice della strada, a seguito dei controlli su strada e dall’Ispettorato nazionale del lavoro a seguito dei controlli effettuati presso la sede delle imprese di autotrasporto“.

Il decreto, in vigore dal 2 novembre, definisce le modalità di raccolta delle infrazioni nel settore del trasporto su strada, introducendo nuove procedure per la gestione e la registrazione dei dati di controllo, svolti sia dalla Polizia Stradale sia dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Monitoraggio delle infrazioni nel trasporto su strada


In linea con le previsioni dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 144/2008, il decreto disciplina le modalità con cui le infrazioni rilevate dagli organi di polizia stradale e dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro sono raccolte e registrate nel Registro Elettronico Nazionale (REN), sotto la supervisione del Centro Elaborazione Dati (CED) della Direzione Generale per la Motorizzazione.

Il decreto si applica sia ai controlli effettuati su strada – per il trasporto di merci superiore a 3,5 tonnellate e per veicoli adibiti al trasporto di più di nove persone – sia ai controlli presso le sedi delle imprese italiane di trasporto.

A partire dal 2026, la normativa si estenderà anche ai veicoli internazionali di massa superiore a 2,5 tonnellate che operano in cabotaggio o trasporto merci.

Classificazione delle infrazioni e integrazione dei dati nel REN


Il decreto adotta una classificazione delle infrazioni, suddividendole in quattro categorie: infrazioni minori (IM), infrazioni gravi (IG), infrazioni molto gravi (IMG) e infrazioni più gravi (IPG), in accordo con le direttive e i regolamenti europei vigenti.

La gravità dell’infrazione è un parametro fondamentale poiché il superamento di determinati livelli può comportare la perdita dell’onorabilità dell’impresa di trasporto, incidendo direttamente sulla sua possibilità di operare nel mercato.

Le informazioni acquisite attraverso i controlli su strada includono dettagli completi sia sul veicolo, con l’indicazione della targa e dello stato di immatricolazione, sia sull’azienda di trasporto, comprendendo la denominazione, il numero di iscrizione al REN e l’indirizzo della sede.

Anche l’esito dei controlli è tracciato in dettaglio, riportando il tipo e la gravità dell’infrazione, le norme violate e l’eventuale sanzione, suddivisa in “non definitiva” o “definitiva”.

L’esito del controllo deve essere comunicato anche nell’ipotesi in cui non è stata accertata e contestata alcuna infrazione.

In questo modo, il REN diviene uno strumento di monitoraggio a 360 gradi, fornendo una fotografia costante del rispetto delle normative da parte delle imprese di trasporto.

Interoperabilità e protezione dei dati: il ruolo di AgID


Uno dei passaggi chiave del decreto è l’introduzione di un sistema di interscambio automatico delle informazioni, sviluppato in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Questo modello di interoperabilità garantirà che i dati di controllo siano trasferiti in tempo reale al REN, rendendo possibile un monitoraggio puntuale e tempestivo delle attività di trasporto su strada.

Nelle more dello sviluppo del sistema, è previsto un accesso temporaneo a un applicativo messo a disposizione dal Ministero per consentire la raccolta e la gestione dei dati fino al completamento dell’infrastruttura digitale prevista.

L’adozione del sistema di scambio automatico avverrà in conformità alle normative europee e italiane sulla protezione dei dati personali, e le specifiche tecniche e operative saranno stabilite entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto.

L’informazione delle infrazioni e dei controlli sarà accessibile solo al personale autorizzato, garantendo così la riservatezza delle aziende e dei loro dati.

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NCC: come compilare il foglio di servizio elettronico https://www.polizialocale.com/ncc-nuovo-decreto-sul-foglio-di-servizio-elettronico/ https://www.polizialocale.com/ncc-nuovo-decreto-sul-foglio-di-servizio-elettronico/#respond Mon, 04 Nov 2024 08:58:52 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37746

Indice

Decreto interministeriale 16 ottobre 2024, n. 226

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha pubblicato il decreto interministeriale 16 ottobre 2024, n. 226, che disciplina le modalità di tenuta e compilazione del foglio di servizio elettronico di cui all’articolo 11, comma 4, legge 15 gennaio 1992, n. 21, ai fini dello svolgimento del servizio di noleggio con conducente effettuato esclusivamente mediante autovettura o motocarrozzetta e ne individua le specifiche tecniche.

La norma stabilisce le specifiche tecniche per l’applicazione informatica e impone nuovi obblighi ai vettori NCC per assicurare tracciabilità e controllo.

Sono introdotti codici identificativi univoci per committenti, permettendo maggiore sicurezza e trasparenza, con sanzioni previste per l’inadempimento.


Compilazione e obblighi di tenuta del foglio di servizio


Il decreto stabilisce che il foglio di servizio deve essere redatto elettronicamente, tramite un’applicazione telematica gestita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Ogni foglio è identificato da un codice alfanumerico univoco che consente di rintracciare dati relativi al committente e al contratto.

Il vettore NCC è tenuto a registrare ogni prenotazione creando una bozza del foglio di servizio, completando la compilazione solo una volta concluso il servizio.

Gli obblighi si estendono anche alla conservazione per tre anni dei fogli di servizio e dei dati collegati, per garantire la possibilità di controlli retroattivi.

Strumenti di controllo e verifiche


Il decreto impone che il foglio di servizio sia sempre disponibile in formato digitale, pronto per essere esibito su richiesta delle autorità di controllo.

L’applicazione informatica, oltre a generare e archiviare i fogli di servizio, registra le variazioni e gli annullamenti, garantendo la trasparenza e prevenendo manovre elusive.

In caso di malfunzionamento dell’applicazione, è consentita la compilazione temporanea di un foglio cartaceo.

Gli enti preposti al controllo, inclusi i comuni e il CED (Centro Elaborazione Dati) del Ministero, hanno accesso gratuito ai dati per le verifiche necessarie, assicurando che l’attività si svolga nel rispetto della normativa vigente.

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Legge di Bilancio 2025:  dossier del servizio studi di Camera e Senato https://www.polizialocale.com/legge-di-bilancio-2025-dossier-del-servizio-studi-di-camera-e-senato/ https://www.polizialocale.com/legge-di-bilancio-2025-dossier-del-servizio-studi-di-camera-e-senato/#respond Mon, 04 Nov 2024 04:36:00 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37756

Pubblichiamo il dossier del Servizio Studi di Camera e Senato recante “LEGGE DI BILANCIO 2025
A.C. 2112-bis”.

Legge di bilancio 2025 – Volume I – Articoli 1-80
Legge di bilancio 2025 – Volume II – Articoli 81-144

Il dossier contiene le schede di lettura del provvedimento .

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Violazione delle norme di prudenza, principio di affidamento e responsabilità condiviso https://www.polizialocale.com/violazione-delle-norme-di-prudenza-principio-di-affidamento-e-responsabilita-condiviso/ https://www.polizialocale.com/violazione-delle-norme-di-prudenza-principio-di-affidamento-e-responsabilita-condiviso/#respond Thu, 31 Oct 2024 09:36:02 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37710

Indice

Importanza della velocità nella causa di sinistro


La sentenza n. 21037 del 29 maggio 2024 della Corte di Cassazione, Sezione Quarta Penale, rappresenta un importante riferimento giurisprudenziale in materia di omicidio stradale, in particolare per quanto riguarda la valutazione delle cause del sinistro e la colpa del conducente, nonché l’applicazione del principio di affidamento.

Il caso sottoposto all’esame della Suprema Corte riguarda un incidente mortale nel quale l’imputato, alla guida della propria autovettura, ha travolto un motociclista che si accingeva a svoltare a sinistra, determinando il suo decesso. La velocità eccessiva dell’imputato, stimata intorno ai 163 km/h in un tratto stradale con limite di 70 km/h, è stata considerata la causa principale del sinistro, nonostante la presenza di una condotta imprudente da parte della vittima. Questo caso offre l’occasione per riflettere sulla portata del principio di affidamento nella circolazione stradale, nonché sul grado di colpa che può essere attribuito a chi violi le norme di prudenza e diligenza stabilite dal Codice della Strada.

Colpa del conducente e violazione delle norme del Codice della Strada


Il primo aspetto rilevante della sentenza riguarda l’accertamento della colpa dell’imputato, fondato sulla violazione degli articoli 141 e 142 del Codice della Strada. L’articolo 141 stabilisce che la velocità di un veicolo deve essere sempre commisurata alle condizioni della strada, del traffico e delle circostanze specifiche, imponendo ai conducenti di conservare il controllo del proprio mezzo in ogni situazione, in modo da poter evitare qualsiasi ostacolo prevedibile. L’articolo 142, invece, fissa i limiti di velocità massimi nelle diverse tipologie di strade, richiamando i conducenti al rispetto di tali limiti. Nel caso di specie, la Corte ha evidenziato come l’imputato avesse superato di oltre 90 km/h il limite consentito nel tratto di strada in questione, compromettendo la sua capacità di reazione e rendendo impossibile l’adozione di manovre di emergenza necessarie per evitare il sinistro.

L’eccesso di velocità è stato quindi considerato una violazione di regole cautelari essenziali, stabilite per garantire la sicurezza della circolazione e prevenire situazioni di pericolo per gli altri utenti della strada. La giurisprudenza della Cassazione ha più volte ribadito che la violazione dei limiti di velocità rappresenta una colpa grave, specialmente quando essa impedisce al conducente di adottare tempestive manovre di difesa o di arresto del veicolo. La sentenza richiama esplicitamente la costante giurisprudenza sul punto, secondo cui «l’obbligo di ridurre la velocità all’approssimarsi di un intersezione e di impegnare con prudenza e a velocità moderata l’area del crocevia sussiste anche a carico di colui che circoli su strada che assegni il diritto di precedenza» (Cass., Sez. 4, n. 24121 del 15/03/2011; Cass., Sez. 4, n. 30989 del 06/02/2015). In altre parole, anche chi gode di un diritto di precedenza o circola su una strada principale deve sempre adottare una condotta prudente, poiché il diritto di precedenza non esonera dall’obbligo di moderare la velocità e di mantenere il controllo del proprio veicolo.

Questo principio viene confermato anche in altri precedenti della Suprema Corte, che evidenziano come la violazione di norme di prudenza nella circolazione stradale possa portare all’addebito di una responsabilità penale anche in presenza di colpe concorrenti da parte della vittima. Ad esempio, nella sentenza n. 7664 del 06/12/2017, la Cassazione ha precisato che il principio di affidamento trova un limite nel principio opposto secondo cui l’utente della strada è responsabile anche del comportamento imprudente altrui, purché rientri nel limite della prevedibilità. In questo caso, il comportamento del motociclista, pur imprudente nell’impegnare l’intersezione senza dare la precedenza, rientrava tra le eventualità prevedibili per il conducente dell’autovettura, il quale, circolando a una velocità eccessiva, non ha potuto evitarlo.

Il principio di affidamento e la responsabilità del conducente


L’aspetto centrale della sentenza risiede proprio nella valutazione del principio di affidamento, spesso invocato in ambito di circolazione stradale per giustificare la condotta di chi si attiene alle regole del traffico, confidando che gli altri utenti facciano lo stesso. Tuttavia, la giurisprudenza è chiara nel precisare che tale principio non può essere invocato in modo assoluto. In particolare, l’automobilista deve sempre considerare che gli altri utenti della strada potrebbero adottare comportamenti errati o imprudenti, e deve essere in grado di reagire tempestivamente a tali situazioni, soprattutto quando la condotta dell’altro utente rientra nella sfera della prevedibilità. Questo principio è stato recentemente riaffermato dalla Cassazione nella sentenza n. 4923 del 20/10/2022, dep. 2023 , dove è stato ribadito che il conducente non può limitarsi a far valere il proprio diritto di precedenza, ma ha l’obbligo di moderare la velocità e di adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare situazioni di pericolo, soprattutto in prossimità di intersezioni stradali a raso.

Nel caso in esame, la Corte ha sottolineato come la condotta della vittima, pur imprudente, fosse prevedibile per chi si trovava a percorrere quel tratto di strada. In tal senso, l’imputato avrebbe dovuto moderare la velocità, rispettando il limite imposto di 70 km/h, e adottare le misure necessarie per evitare situazioni di pericolo. La scelta di mantenere una velocità di 163 km/h, in un tratto stradale con intersezioni e visibilità ridotta, ha rappresentato una condotta gravemente colposa, in violazione dei precetti di prudenza richiesti dalla legge. Come evidenziato dalla giurisprudenza, «l’obbligo di moderare la velocità sussiste anche in condizioni di strada libera e, tanto più, in prossimità di intersezioni» (Cass., Sez. 4, n. 7664 del 06/12/2017). Questa violazione ha reso impossibile qualsiasi manovra di emergenza che avrebbe potuto evitare l’impatto o, almeno, limitare le conseguenze del sinistro.

Il principio di affidamento, dunque, non può essere invocato dall’imputato come esimente della propria responsabilità. In tema di circolazione stradale, l’affidamento può operare solo nei limiti della prevedibilità del comportamento altrui, e in questo caso la condotta del motociclista era sufficientemente prevedibile, considerando che l’imputato procedeva a una velocità tanto elevata da rendere impossibile l’adozione di misure di sicurezza adeguate. La Corte ha quindi stabilito che, se l’imputato avesse rispettato il limite di velocità di 70 km/h, il sinistro si sarebbe potuto evitare o, comunque, avrebbe avuto conseguenze meno gravi.

Conclusione


In conclusione, la sentenza n. 21037/2024 della Cassazione si inserisce nel solco della consolidata giurisprudenza in tema di omicidio stradale e responsabilità per violazione delle norme di prudenza. Per gli operatori di polizia stradale, essa rappresenta un richiamo all’importanza di vigilare con attenzione sul rispetto dei limiti di velocità, soprattutto in prossimità di intersezioni e aree ad alta densità di traffico. Essa conferma anche l’obbligo di adottare sempre una condotta di guida prudente, tenendo conto del fatto che altri utenti della strada potrebbero commettere errori, e richiama l’attenzione sull’importanza di accertare le violazioni dei limiti di velocità come fattore determinante nella produzione di incidenti stradali mortali.

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Mattarella sulle agenzie di rating: l’Italia non è seconda a nessuno https://www.polizialocale.com/mattarella-sulle-agenzie-di-rating-litalia-non-e-seconda-a-nessuno/ https://www.polizialocale.com/mattarella-sulle-agenzie-di-rating-litalia-non-e-seconda-a-nessuno/#respond Thu, 31 Oct 2024 08:49:21 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37705

di Lina Palmerini (da Il Sole 24 Ore)

«L’Italia non è seconda ad alcuno se – dato del 2021 – si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia». Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, definendo «irragionevole» che le agenzie di rating non riconoscano i progressi dell’Italia in economia e nella posizione creditoria con l’estero. -a pagina 13 Non poteva esserci occasione migliore della cerimonia di premiazione dei Cavalieri del lavoro e Alfieri per guardare l’Italia dal verso dell’economia. «L’Italia è tornata a crescere e, negli ultimi cinque anni, più di Francia e Germania». È vero, ieri le prime stime dell’ultimo trimestre danno una frenata, ma il discorso del capo dello Stato guarda complessivamente alla “salute economica” nazionale, ai dati sull’occupazione, anche quella stabile, e soprattutto quel «balzo» sulle esportazioni. Cita i dati di Bankitalia per raccontare che la «posizione netta sull’estero, a giugno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil». E qui arriva una critica a chi non continua a non accorgersene. «Irragionevole che non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana». Fatto il quadro di quella che chiama «una posizione patrimoniale», assegna i meriti e lo fa guardando in particolare al mondo delle imprese, mentre richiama la politica a colmare ritardi, come vedremo più avanti. Insomma, non c’è dubbio che il capo dello Stato consideri gli imprenditori i veri motori di questa vitalità. «Il merito è delle imprese, insieme alle lavoratici e ai lavoratori». E pure la visione in cui si muovono è quella condivisa da Mattarella. Quella cioè di respingere posizioni protezionistiche, dirigiste e «muoversi sulla scelta europeista» che ci fa affacciare su un mercato di 450 milioni di persone. «Bisogna integrare meglio l’economia europea, con l’unione bancaria, con una politica comune di bilancio, con investimenti per l’innovazione, affrontando i temi fiscali» e le imprese – dice – «ne sono consapevoli». Anche per questa ragione ritiene siano «una frontiera dell’Italia di domani» come pure su un altro tema, quello dell’immigrazione. «Il lavoro è strumento possente di integrazione e penso ai tanti immigrati e alle necessità del mondo produttivo: loro possono recare consistenza su questo terreno, spesso preda di paure irrazionali e di eccitate fobie». Come si diceva prima, alle istituzioni tocca invece un richiamo a «colmare ritardi accumulati nel tempo: a cominciare dalla produttività, dal funzionamento della pubblica amministrazione, dalle riforme necessarie per far crescere le opportunità». Insomma, elenca tutti i freni all’attività economica e in questo contesto non poteva mancare una sollecitazione sul Pnrr affinché l’occasione sia colta «in pieno». Una sollecitazione tanto più dovuta a fronte di un mondo dell’imprenditoria che si dimostra al passo. «L’Italia non è seconda a nessuna» visto che nel 2023, nelle fabbriche si trovavano 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia. Insomma, grandi riconoscimenti ma anche l’incoraggiamento a declinare lo sviluppo nel senso della sostenibilità, non solo ambientale ma sociale. «Una migliore qualità dello sviluppo consolida il progresso del nostro modello sociale. E del modello democratico». Nel suo intervento cita due volte il presidente del Cavalieri del lavoro Sella quando dice che «principi democratici e progresso economico si tengono uniti, come ha insegnato Einaudi». E allora quel «non creare fratture sociali», entra come un comandamento soprattutto sul fronte della «formazione e lavoro e per ciò che riguarda la sicurezza». Un tema che sta particolarmente a cuore a Mattarella che considera come «generare ricchezza sia funzione sociale, supporto alla democrazia, alla coesione». Tra le 5 donne premiate, c’era Marina Berlusconi, che ha dedicato l’onorificenza a suo padre Silvio, e Lucia Aleotti, altra donna di un’impresa di spicco come Menarini di cui è azionista e membro del board, che si è detta «emozionata e orgogliosa». Ma accanto a loro c’erano gli Alfieri, ragazzi premiati per le eccellenze raggiunte nei loro studi. E per Mattarella è il momento di guardare la parte più al buio del Paese. Ritiene infatti «singolare» che nonostante l’inverno demografico ci sia «un più lento, e sovente più arduo, inserimento nella società, nel mondo del lavoro» dei giovani.

Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 31 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)

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Taglio al cuneo fiscale, in busta paga vantaggi fino a mille euro annui https://www.polizialocale.com/taglio-al-cuneo-fiscale-in-busta-paga-vantaggi-fino-a-mille-euro-annui/ https://www.polizialocale.com/taglio-al-cuneo-fiscale-in-busta-paga-vantaggi-fino-a-mille-euro-annui/#respond Thu, 31 Oct 2024 08:43:42 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37702

di ENZO DE FUSCO (dal Sole 24 Ore)

Dal 2025 incremento in busta paga fino a mille euro netti l’anno per chi ha retribuzioni fino a 35mila euro. Premiati anche i dipendenti con stipendio annuo da 36mila a 44mila euro. Sempre dal prossimo anno sono da considerare strutturali per le persone fisiche sia il taglio del cuneo fiscale, sia la tassazione con tre aliquote di imposta e tre scaglioni di reddito già introdotta, per il solo anno 2024, dall’articolo 1, comma 2, del Dlgs 216/2023. Sono queste alcune delle novità fiscali contenute nell’articolo 2 della legge di bilancio 2025. Oltre alla modifica degli scaglioni di reddito e delle aliquote di imposta, la norma considera definitiva l’ampliamento fino a 8.500 euro della soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene quindi parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. Il taglio del cuneo non trova più applicazione sulla quota contributiva a carico del lavoratore dipendente ma cambia pelle e si sdoppia. Vediamo come.

Fino a 20mila euro. Ai titolari di reddito di lavoro dipendente che hanno un reddito complessivo non superiore a 20 mila euro in luogo della minore trattenuta contributiva è riconosciuta una somma calcolata applicando al reddito di lavoro dipendente percepito dal lavoratore una percentuale che varia a seconda dell’ammontare del medesimo reddito di categoria. In particolare, se il reddito di lavoro dipendente:
non supera 8.500 euro, si applica la percentuale del 7,1 per cento;
supera 8.500 euro ma non supera 15mila euro, si applica la percentuale del 5,3 per cento;
supera 15mila euro, si applica la percentuale del 4,8 per cento.
La somma non concorre a formare il reddito e ragionevolmente non costituisce base imponibile contributiva.

Tra 20mila e 40mila euro. Se, invece, il reddito complessivo supera 20mila euro ma non 40mila euro, è riconosciuta una detrazione, da rapportare al periodo di lavoro, di importo variabile a seconda dell’ammontare del reddito complessivo del lavoratore. In particolare, la norma prevede che, se il reddito complessivo non supera 32mila euro, la detrazione è fissa ed è pari a mille euro. Se il reddito complessivo supera 32mila euro, spetta una detrazione decrescente al crescere del reddito, che si azzera per i soggetti con reddito pari a 40mila euro. Il risultato di questo cambio di impostazione nel calcolo porta come conseguenza che fino a 32mila euro di reddito dal 2025 si procede in piena continuità con il passato. Al contrario per chi guadagna di più (e fino a 44mila euro di retribuzione) si registra un vantaggio che può arrivare fino a poco meno di mille euro.

L’erogazione sulle retribuzioni è in via automatica, cioè senza necessità di istanza da parte del lavoratore.
Qualora in sede di conguaglio risulti che i benefici non spettano, i medesimi sostituti d’imposta provvedono al recupero del relativo importo. Nel caso in cui l’importo superi 60 euro, il recupero dello stesso è effettuato in dieci rate di pari ammontare a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio.
Il sostituto di imposta che riconosce le somme ai lavoratori con reddito complessivo fino a 20mila euro matura un credito che può compensare in F24.
Per determinare il reddito complessivo e il reddito di lavoro dipendente è necessario tener conto anche della quota esente del reddito agevolato in base alle disposizioni che favoriscono il rientro di lavoratori in Italia. Inoltre, si deve tenere conto che il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze.

L’impatto sui conti pubblici. L’effetto complessivo annuo sui conti pubblici è pari a 12.971,8 milioni di euro l’anno, da ripartire tra l’effetto di maggiore spesa del bonus e la minore entrata di cui all’ulteriore detrazione sul reddito da lavoro dipendente compreso dell’addizionale regionale e comunale.

Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 30 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)

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PL Channel: la corretta gestione dei ricorsi amministrativi davanti al Prefetto ed al Giudice di Pace https://www.polizialocale.com/pl-channel-la-corretta-gestione-dei-ricorsi-amministrativi-davanti-al-prefetto-ed-al-giudice-di-pace-2/ https://www.polizialocale.com/pl-channel-la-corretta-gestione-dei-ricorsi-amministrativi-davanti-al-prefetto-ed-al-giudice-di-pace-2/#respond Thu, 31 Oct 2024 08:41:00 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37714

Pubblichiamo la registrazione e il materiale didattico del corso on line tenutosi venerdì 25 ottobre 2024 dal titolo “La corretta gestione dei ricorsi amministrativi davanti al Prefetto ed al Giudice di Pace” a cura di Maurizio Marchi.

>> Vedi qui il MATERIALE DIDATTICO

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Come Agire: violazione di domicilio https://www.polizialocale.com/come-agire-violazione-di-domicilio/ https://www.polizialocale.com/come-agire-violazione-di-domicilio/#respond Wed, 30 Oct 2024 10:03:13 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37654

Nozione


► È vietato introdursi nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo ovvero clandestinamente o con inganno.
► È altresì vietato trattenersi nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro l’espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero ivi trattenersi clandestinamente o con inganno.
► Per “abitazione altrui” si intende il luogo adibito legittimamente e liberamente ad uso domestico di una o più persone o il luogo dove si intende il luogo nel quale la parte lesa svolge, con un certo grado di stabilità, alcune attività della vita privata; per “appartenenze di essi” si intendono i luoghi accessori a quelli di abitazione e di privata dimora.
► Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

Riferimenti normativi


Riferimenti normativi: art. 614 c.p

Note operative e procedurali


► Effettuare fotosegnalamento, se il soggetto risulta privo di documento d’identità.
► Rilevare precedenti dattiloscopici (AFIS) e risultanze SDI.
► Redigere annotazione, verbale di identificazione, di sommarie informazioni testimoniali o di spontanee dichiarazioni dell’indagato, di elezione di domicilio e nomina difensore nei confronti dell’indagato e informativa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale.

Prontuario delle violazioni

VIOLAZIONE SANZIONEPROCEDURA
Norma: c.p., art. 614

Fattispecie:
– introdursi o trattenersi contro la volontà di chi ha diritto di esclusione in un luogo di privata dimora;
– introdursi o trattenersi nel medesimo luogo clandestinamente o con l’inganno
Reclusione da 1 a 4 anni (*)Procedibilità
Querela (*)

Arresto
Facoltativo
in flagranza

Fermo
Non consentito

Autorità
Tribunale

Il tentativo è configurabile.
(*) Nella fattispecie base e anche in quella aggravata del fatto commesso con violenza sulle cose;
d’ufficio se il fatto è commesso con violenza alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato oppure se il fatto è commesso con violenza sulle cose in danno di persona incapace, per età o per infermità

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FORMATO CARTACEO

Prontuario per le attività di Polizia

Il Prontuario risponde, in modo chiaro e sintetico, alle esigenze operative che scaturiscono dai casi concreti di intervento delle Forze di polizia e dalle attività di controllo riguardanti le più rilevanti e frequenti fattispecie di violazioni amministrative e penali.L’opera raccoglie, in un unico volume, innumerevoli nozioni, suggerimenti pratici, indicazioni procedurali e schemi per una rapida e corretta esecuzione delle attività sanzionatorie.Una guida, completa e utilissima, che consente agli operatori di polizia di svolgere facilmente un’ampia casistica di controlli in materia di commercio, pubblica sicurezza e ordine pubblico.Fra gli argomenti trattati, si segnalano: le attività commerciali e quelle disciplinate dal TULPS, i circoli, i giochi e le scommesse, gli spettacoli, gli animali, le armi, l’alcol, la prostituzione, i rifiuti, gli stupefacenti, i reati contro le persone e quelli sessuali, il danneggiamento, il furto, la ricettazione, la violazione di domicilio, lo stalking, gli stranieri, i minori, i reati stradali… e tanti altri ancora.La presente edizione è aggiornata con:• Legge 206/2023 (Mestieri ambulanti)• D.L. 123/2023 conv. in L. 159/2023 (Armi, Minori, Stupefacenti)• D.L. 105/2023 conv. in L. 137/2023 (Rifiuti)• Legge 93/2023 (Diritto d’autore).Andrea GirellaUfficiale Superiore del Corpo della Guardia di Finanza. Consigliere giuridico nelle FF.AA., svolge attività d’insegnamento e aggiornamento in corsi organizzati da Università e Istituti militari. Relatore in Convegni organizzati da Enti pubblici e privati, è iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 2009 e collabora con riviste specialistiche in materia di sicurezza economico-finanziaria e pubblica sicurezza; è, inoltre, co-autore di monografie sulle stesse tematiche.Filippo GirellaFunzionario della Polizia di Stato. Svolge attività d’insegnamento e aggiornamento in corsi organizzati da Università e Istituti di polizia. Relatore in Convegni organizzati da Enti pubblici e privati, è iscritto all’Albo dei Giornalisti, ha diretto riviste specializzate ed è co-autore di monografie in tema di sicurezza.

Andrea Girella, Filippo Girella | Maggioli Editore 2024

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Scuole Sicure 2024/2025: prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti https://www.polizialocale.com/scuole-sicure-2024-2025-prevenzione-e-contrasto-allo-spaccio-di-sostanze-stupefacenti/ https://www.polizialocale.com/scuole-sicure-2024-2025-prevenzione-e-contrasto-allo-spaccio-di-sostanze-stupefacenti/#respond Wed, 30 Oct 2024 09:27:00 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37678

Indice

Prevenzione e Sicurezza: nuove misure per le scuole nel 2024/2025

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato la circolare 29 ottobre 2024 per la regolamentazione delle attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici. “Scuole Sicure” 2024/2025.

Con il rilascio della circolare il Ministero dell’Interno rinnova il progetto “Scuole Sicure” per l’anno scolastico in corso, ampliando gli sforzi per proteggere gli studenti italiani dal fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. La nuova fase dell’iniziativa trae forza dal decreto ministeriale del 29 dicembre 2023, che ha stabilito le modalità di distribuzione dei fondi destinati a questa misura per il triennio 2024-2026.

Il decreto del 2023, a sua volta frutto del decreto-legge 4 ottobre 2018, n.113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n.132, destina il 6% delle risorse del fondo alla sicurezza scolastica ai Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, basandosi su dati demografici ISTAT aggiornati al 1° gennaio 2023.

Il finanziamento, riservato esclusivamente ai Comuni capoluogo delle Città metropolitane, sostiene misure che variano dalla videosorveglianza all’assunzione di personale temporaneo per la polizia locale e alla sensibilizzazione dei giovani, tramite campagne informative contro l’uso di droghe.

Risorse e modalità di accesso ai fondi


Per l’anno scolastico 2024/2025, le risorse del programma sono ripartite secondo un criterio che bilancia una quota fissa di 20.000 euro per ogni Comune con una quota variabile basata sulla popolazione residente. Questo sistema assicura una distribuzione proporzionale alle necessità locali, riconoscendo le esigenze specifiche delle città metropolitane più grandi.

I Comuni che desiderano accedere ai fondi devono presentare domanda alla Prefettura competente, accompagnata da una scheda progettuale dettagliata in cui sono riportate tutte le attività pianificate per l’anno scolastico e le spese previste. Questi fondi possono essere utilizzati per diverse finalità:

Videosorveglianza: Il progetto può includere l’installazione di nuovi sistemi di videosorveglianza nelle aree scolastiche a rischio, purché non siano già finanziati con contributi pubblici. La domanda per tali interventi richiede anche la presentazione di documentazione tecnica e la garanzia di manutenzione per almeno cinque anni.

Personale e Strumenti per la Sicurezza: Il contributo consente l’assunzione temporanea di agenti di polizia locale, il pagamento di straordinari per il personale già in servizio e l’acquisto di mezzi e attrezzature di controllo.

Campagne Educative: Le amministrazioni locali possono destinare parte dei fondi a programmi informativi che coinvolgano studenti e famiglie, promuovendo la consapevolezza sui rischi legati all’uso di droghe.

Le Prefetture, entro quindici giorni dalla ricezione delle domande, sono chiamate a presentare le proposte progettuali al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il quale valuta la coerenza dei progetti con gli obiettivi di “Scuole Sicure”.

L’intero processo di valutazione e approvazione dovrà concludersi entro il 30 novembre 2024, garantendo la tempestività degli interventi previsti.

Sorveglianza e verifica: il ruolo delle Prefetture e degli organi di controllo


A seguito dell’approvazione, il piano delle risorse sarà completato e comunicato ai Comuni beneficiari, che verranno informati sui dettagli dell’erogazione dei fondi e delle modalità di rendicontazione delle spese.

L’implementazione dei progetti è sottoposta a una stretta sorveglianza, con la Prefettura e il Comune che formalizzano gli impegni attraverso protocolli d’intesa.

Il Ministero prevede anche un monitoraggio costante, con report aggiornati ogni due mesi e una relazione finale sugli esiti del progetto. Questo sistema di reporting permette una verifica puntuale delle attività intraprese, che verrà ulteriormente rafforzata tramite possibili controlli disposti dal Dipartimento della pubblica sicurezza.

I Comuni, inoltre, sono tenuti a garantire il rispetto delle norme finanziarie e contabili vigenti, sostenendo gli interventi con un’adeguata gestione delle risorse.

Il sistema di videosorveglianza, quando finanziato, richiede particolare attenzione nella fase di progettazione, esecuzione e manutenzione.

Infatti, per garantire il successo dell’intervento e la corretta gestione del contributo pubblico, è previsto che i Comuni si assumano la responsabilità della manutenzione e degli aggiornamenti tecnologici degli impianti per almeno cinque anni dalla conclusione dei lavori.

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Prontuario di Polizia Giudiziaria

Il Prontuario, giunto alla sua ottava edizione, mette a disposizione di tutti gli operatori di polizia giudiziaria, siano essi agenti o ufficiali appartenenti a qualsiasi forza di Polizia Locale o dello Stato, uno strumento indispensabile per acquisire la necessaria padronanza e dimestichezza con le disposizioni del codice di procedura penale e per compiere tutti gli atti di indagine nel modo più corretto.Ogni passaggio è importante: dall’acquisizione della notizia di reato fino all’esecuzione di provvedimenti coercitivi e nulla può essere caratterizzato da approssimazione, nella forma e nella sostanza, proprio perché alcuni atti sono “irripetibili” e gli errori impossibili o difficili da rimediare.L’operatore di polizia ha essenzialmente bisogno di tre cose:- avere un quadro esaustivo di tutta la documentazione che deve essere redatta nello svolgimento dell’attività di polizia giudiziaria;- acquisire una logica consequenziale di intervento per essere sempre in grado di gestire in modo qualificato l’attività di indagine;- vedere in termini finalistici l’attività che si compie, mettendo in evidenza come la caratterizzazione formale degli atti svolti vada al di là della semplice gestione della fase delle indagini preliminari, avendo ripercussioni importanti sull’esito del processo.In questo Prontuario ciò viene fatto attraverso un’ampia illustrazione di tutti gli atti di polizia giudiziaria delle indagini preliminari, individuando, nell’ambito delle materie più ricorrenti nell’attività di polizia, gli atti specifici per le diverse fattispecie di reato, mettendo a disposizione, in forma editabile, tutta la modulistica.Il testo è interamente riveduto e aggiornato al decreto Caivano e alle modifiche al Codice rosso. Emiliano BezzonDirigente Comune di VareseFerdinando LongobardoComandante Polizia Locale San Donato MilaneseMarco LucianiCommissario Capo Responsabile Nucleo crimini informatici e telematici Polizia Locale MilanoPaolo De FeoDigital Forensic Expert Polizia Locale Milano

Emiliano Bezzon, Ferdinando Longobardo, Marco Luciani | Maggioli Editore 2024

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I Comuni nella Legge di Bilancio 2025: tagli da 3,2 miliardi agli investimenti 2025-2029 https://www.polizialocale.com/i-comuni-nella-legge-di-bilancio-2025-tagli-da-32-miliardi-agli-investimenti-2025-2029/ https://www.polizialocale.com/i-comuni-nella-legge-di-bilancio-2025-tagli-da-32-miliardi-agli-investimenti-2025-2029/#respond Wed, 30 Oct 2024 09:23:48 +0000 https://www.polizialocale.com/?p=37650

di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore)

Ai sindaci dei 7.330 Comuni che fra Regioni ordinarie, Sicilia e Sardegna devono fare i conti direttamente con le richieste della Manovra, la legge di Bilancio offre un aspetto a due facce. La prima, tutto sommato più gentile rispetto ad alcune pessimistiche previsioni della vigilia, è quella del «contributo alla finanza pubblica», cioè dell’aiuto che anche gli Enti locali devono dare allo sforzo complessivo di correzione dei conti scritto nel Piano di bilancio strutturale. Si tratta dell’equivalente locale della spending review, che però per i Comuni non si traduce in un taglio di fondi ma in un obbligo di accantonamento di risorse che l’anno dopo possono essere utilizzate per investimenti oppure a riduzione del disavanzo: le cifre, si diceva, partono leggere e chiedono di accantonare 130 milioni nel 2025, 260 milioni annui nel 2026-28 e 440 milioni nel 2029. Totale: 1,35 miliardi in cinque anni, a cui si affiancano i 150 milioni (10 nel 2025, 30 all’anno nel 2026-28e 50 nel 2029)a carico di Province e Città metropolitane. Non sono somme trascurabili, perché si aggiungono all’assegno da 1,25 miliardi (200 milioni all’anno ai Comuni, 50 a Province e Città per cinque anni) già imposto dalla Legge di Bilancio dell’anno scorso con quel meccanismo che ha suscitato parecchie polemiche parametrando i tagli anche ai fondi PNRR e perché colpiscono una spesa corrente già messa parecchio in affanno dall’aumento di costi per energia, welfare locale e contratti dei dipendenti. Ma non sono nemmeno drammatiche, tanto più che sono almeno parzialmente compensate da aiuti come i 100 milioni all’anno (fino al 2027, almeno per ora) destinati ai Comuni per la gestione dei minori in affidamento o ai 50 milioni all’anno (fino al 2030) per Province e Città.

Ma come ogni medaglia, anche quella della manovra per gli Enti locali ha appunto due facce. E il secondo volto, un po’ più criptico per la formulazione delle norme puntellate da rimandi a vecchi articoli, commie autorizzazioni di spesa, è quello che investe le cifre più consistenti; e che rappresenta quindi il cuore vero del «contributo» delle amministrazioni locali ai saldi di finanza pubblica. Qui la Legge di Bilancio lavora di forbice, e taglia su base pluriennale una serie di fondi destinati a singoli filoni specifici di investimento. Cento milioni di qua, duecento di là e trecento da un’altra parte, il totale dei tagli fra 2025 e 2029 arriva a cumulare 3,195 miliardi: cifra, questa sì, ragguardevole. Che va peraltro in senso opposto al rifinanziamento del fondo centrale per gli investimenti, gestito dal Mef, che riceverà 3,5 miliardi nel 2027,2 nel 2028,1 nel 2029e 2,5 all’anno dal 2030 al 2036. Ma che cosa finisce sotto le lame di questa ricentralizzazione degli investimenti? Al fondo per la progettazione delle opere pubbliche, molto alimentato solo pochi mesi fa, vengono tolti 200 milioni per il 2025 e altri 100 all’anno per il 2026-2029, in un definanziamento che quindi in complesso vale 600 milioni. La stessa cifra, a colpi di 200 milioni all’anno fra 2027 e 2029, viene presa dai fondi per la rigenerazione urbana, filone già al centro di una girandola di coperture dopo l’uscita dal PNRR e il rientro fra i fondi di finanziamento domestici.

Nello stesso periodo scompariranno 639,6 milioni dei fondi per investimenti comunali veicolati dalle Regioni, nati nel 2019, altri 400 milioni negli ultimi due anni del quinquennio saranno cancellati per le «medie opere» dei Comuni, mentre quelle «piccole» pagano un dazio da 140 milioni. L’intensità dei tagli, insomma, cresce nel tempo, e passa dai 350,4 milioni del 2025 agli 1,142 miliardi del 2029; proprio come accade al «contributo alla finanza pubblica» vero e proprio, che nel 2029 porta dunque la richiesta complessiva a 1,5 miliardi. Scorrendo l’elenco dei fondi definanziati, sembra possibile intuire un doppio criterio alla base della scelta di cosa sacrificare. Alcune voci, come le risorse gestite dalle Regionie vincolate agli investimenti comunali, hanno mostrato nel tempo più di un inciampo gestionale, come accade sempre quando si mettono in gioco sullo stesso terreno più livelli di Governo. Altre, come i contributi alla progettazione, sembrano invece pagare pegno al calendario, che non prevedeva molte altre risorse da tagliare negli anni più vicini per garantire gli obiettivi dei saldi di finanza pubblica. Resta il fatto che gli investimenti comunali sono in crescita netta, nei primi nove mesi dell’anno hanno registrato un altro +30% rispetto ai 16,3 miliardi realizzati nel 2023 (+41,7% sul 2022) e potrebbero trovare nuova spinta proprio nel meccanismo degli accantonamenti. A patto però che tutto l’impianto della finanza locale, compresa la spesa corrente, regga l’urto delle nuove richieste.

Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 30 ottobre 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)

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